La società multiservizi è al centro di operazioni di riequilibrio di personale e servizi che coinvolgono le controllate. Quanto peserà la gara per la raccolta rifiuti?

Dall’iniziale analisi della semestrale di Amag Reti Idriche a un confronto a tutto tondo, condito da molta polemica politica ma poca competenza tecnica da parte di diversi consiglieri comunali, sulla gestione della capogruppo Amag. La recente Commissione Bilancio del Comune di Alessandria è stata teatro di una lunga audizione dei vertici della società di fronte a una agguerrita minoranza con alcuni dei consiglieri più accesi che hanno fatto parte nella scorsa consiliatura della maggioranza che ha preso tutte le decisioni con le quali oggi il gruppo Amag (il presidente è Claudio Perissinotto) sta facendo i conti.

Notizie, al netto della polemica? La prima: il piano industriale esiste. Anche se, come precisa Emanuele Rava, amministratore delegato di Amag, «però deve ancora andare in consiglio di amministrazione e solo successivamente verrà trasmesso alle istituzioni». La seconda: la riorganizzazione della società capogruppo passa attraverso una decisa riduzione del personale (e il conseguente alleggerimento dei costi sul bilancio) che viene ricollocato all’interno delle singole aziende controllate. La terza: alcune novità gestionali di Reti Idriche, Reti gas e Amag Ambiente. Con quale prospettiva? Qui il quadro si fa un po’ confuso. Le linee operative del 2024 sono state solo accennate, perché il piano industriale non è stato approvato. Sul fronte della gestione rifiuti viene confermato che la gara “a doppio oggetto”, dopo la rinuncia in autotutela al progetto Smart City, dovrebbe essere messa a fuoco con l’inizio del 2024. Amag Reti idriche (ventotto milioni di fatturato lo scorso anno) sta migliorando la gestione degli incassi e il recupero dei crediti («le messe in mora avvengono ogni due mesi e non più solo una volta all’anno come in passato») e negli ultimi mesi «è stato recuperato un milione di euro dopo ripetuti solleciti agli amministratori condominiali». Per Amag Reti Gas, i cui conti «sono in lento miglioramento», il nodo resta il contratto con Iren, sottoscritto con l’operazione di vendita di Alegas avvenuta con la precedente amministrazione,  in quanto la società «è in ritardo con il pagamento per il 2023 e stanno facendo ostruzionismo sul tema del service, ma stiamo facendo di tutto per superare la situazione». Intanto procede la sostituzione dei contatori. Quest’anno sono stati 6500 quelli civili e 500 gli industriali. Nel 2024 è previsto il completamento degli industriali e la sostituzione di 10.000 contatori civili. «Un lavoro – precisa Rava – eseguito esclusivamente con personale interno».

Ma, come è stato ripetutamente chiesto dalla minoranza, senza il progetto Smart City cosa succede all’illuminazione pubblica che continua a fare i conti con guasti, aree ripetutamente al buio e mancata sostituzione degli ancora molti lampioni con lampade a incandescenza?

Rava ha riassunto così il quadro: «Con il Comune è in corso un dialogo che ruota intorno a due ipotesi. Continuare con la gestione interna ad Amag Reti Idriche, ma con la precisa garanzia di investimenti, oppure il Comune si riprende i pali e con una gara attraverso Consip (la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana, ndr) assegna il servizio a un’altra società. Imboccando questa strada si spende un po’ di più all’inizio, ma si arrivano a risparmiare venti milioni sul lungo periodo».

Rispetto alla capogruppo, sempre Rava parla di un cronoprogramma per ridurre il personale, i relativi costi e alleggerire la struttura. I dipendenti attualmente sono una novantina, l’obiettivo è scendere a 54 nel 2024 riducendo peso sul bilancio a tre milioni dai circa cinque attuali. Sforbiciate anche su altri fronti, come la telefonia la cui «revisione ha consentito il taglio di 130.000 di costi. C’erano ancora linee fisse con contratti che risalivano agli anni Ottanta del secolo scorso». Infine Rava ha riferimento di «rapporti con Acos di Novi Ligure con cui si sta ragionando di possibili modalità organizzative in vista dell’affidamento, nel 2034, a un operatore unico da parte del consorzio Egato 6».

Sintesi della situazione: il gruppo Amag sta avviando un processo di riorganizzazione e razionalizzazione strettamente legato sia alle scelte interne, sia all’esito della gara per la raccolta dei rifiuti. L’obiettivo è quello di una multiutility più performante, ma che gioca sempre e solo in casa, oppure di un gruppo che, rimesso in sesto, è pronto ad andare sul mercato? Così come è adesso forse è poco appetibile, però una volta riportato in equilibrio potrebbe entrare nelle mire di qualche società nazionale. Appuntamento ai prossimi mesi del 2024.